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A volte ritornano:’l’ex bomber Filoia da mister contro la Real Avigliano

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AVIGLIANO UMBRO – 12 gennaio 2019 – Avigliano Umbro, in ambito calcistico, è stata, ed è ancora oggi, una realtà che ha ospitato dei grandi giocatori, sotto tutti i punti di vista. Fabrizio Filoia è uno di questi, uno che in ‘qualche modo’ ha lasciato il segno nella storia calcistica di Avigliano a suon di reti; e come nella maggior parte delle storie, questi ‘protagonisti’ tornano sempre a ‘casa’, ovvero ad Avigliano. In questo caso, per poco: il tempo di una partita. Domani pomeriggio, 13 gennaio 2019, la Real Avigliano affronterà in casa l’Olimpia Pantalla, allenata da Fabrizio Filoia.

Amarcord Fabrizio Filoia è stato uno degli ‘eroi’ che hanno portato in alto la Real Avigliano : dapprima contribuendo alla salvezza della squadra (con 17 gol) dalle sabbie mobili della zona retrocessione in Terza nella stagione 2008/2009 e poi confermandosi ad alti livelli in quella successiva, culminata, con la promozione in Prima Categoria  sotto la guida del mister Onorato. Domani incontrerà di nuovo la sua ex squadra, da allenatore, camminando di nuovo su quel campo che gli ha regalato tantissime emozioni. Abbiamo parlato con lui e ci ha raccontato la sua storia aviglianese e i suoi più bei ricordi legati alla Real Avigliano.

Quando sei arrivato ad Avigliano Umbro? Ti sei subito ambientato o hai avuto qualche difficoltà ad integrarti?

“Sono approdato ad Avigliano nella stagione precedente a quella vittoriosa, che ci ha visti vincere meritatamente il campionato. Sinceramente, devo dire che non fu un grande approccio, vuoi perché i risultati non arrivavano, vuoi perché il ruolo dell’attaccante è un po’ così…può capitare che ti impegni al massimo ma alla fine raccogli risultati nel momento in cui meno te lo aspetti.

Qual è il ricordo più bello e quale, invece, quello più brutto, del tuo percorso ad Avigliano?

Il più bello è sicuramente quello dei festeggiamenti per la vittoria del campionato, mentre quello più brutto è quando sono andato via dalla squadra. Ero tanto, troppo legato a quella maglia!

Fabrizio Filoia in un’azione di gioco

Hai realizzato molti gol in maglia bianco-azzurra. Qual è stato il più bello?

Il gol più bello l’ho realizzato contro la GRS Terni, ad Avigliano: palla crossata al centro e respinta fuori da un difensore, io ero fuori area e ho tirato di controbalzo dai 20 metri: traversa, riga, goal…bellissimo!

Sei stato uno dei protagonisti della cavalcata in Prima Categoria nella stagione 2009/2010. C’è stato un momento in cui tu e i tuoi compagni avete pensato che ce l’avreste sicuramente fatta a raggiungere la promozione?

Io credo che fossimo una squadra con grandissime potenzialità, ma quando ci accorgemmo di essere anche e soprattutto un gruppo di amici, scattò in noi quella consapevolezza che nessuno ci avrebbe fermato. Giocavamo per il compagno che ci correva accanto, la nostra forza derivava dal desiderio di vincere per i tifosi che ci hanno sempre dimostrato affetto, vicinanza ed entusiasmo.

I festeggiamenti della Real Avigliano dopo la vittoria del campionato

In quella stagione eravate guidati dal mister Onorato. Che rapporto c’era con lui e con gli altri allenatori che hai avuto ad Avigliano?

Ho avuto un rapporto buono con tutti; è chiaro, però, che quando mi hanno detto che non sarei rientrato nei programmi della stagione successiva mi è dispiaciuto molto; in quei momenti te la prendi con l’allenatore, ma dopo tutto fa parte del gioco, e il tempo ti aiuta a riflettere e a capire che forse era giusto così.

Domani calcherai il campo di Avigliano da allenatore. Che effetto ti fa stare “dall’altra parte” e affrontare una squadra con cui hai condiviso momenti molto importanti?

Sento già l’emozione! Non lo nego, sono particolarmente legato ad Avigliano e alla sua squadra: lì ho vissuto la mia rinascita calcistica, ho conosciuto persone meravigliose dentro e fuori dal rettangolo di gioco, persone alle quali devo tanto. E’ stato un onore indossare quella maglia, perché ogni volta che scendevo in campo e vedevo i visi tesi e speranzosi della gente in tribuna, il cuore mi batteva forte e mi dava un brivido particolare; sensazione che, sicuramente, proverò anche domani. Avigliano e gli aviglianesi mi sono rimasti nel cuore.

Ora sei alla guida dell’Olympia Pantalla. Come sta andando la tua esperienza in una piazza così importante e, secondo te, è più difficile giocare o allenare?

Di sicuro è un’esperienza bella quanto difficile, perché credo che allenare sia nettamente più difficile che giocare. Quando giochi sei lì e devi star concentrato per 95 minuti; quando alleni invece, almeno per me è così, sei concentrato tutti i giorni della settimana. Devi pensare, gestire, capire e soprattutto ascoltare i ragazzi. Ovviamente la responsabilità in un ambiente calcistico così importante è tanta, ma cerco di dare tutto me stesso con il massimo della passione e l’impegno che ho, per ripagare la fiducia che mi è stata data. La mia dedizione è anche per i ragazzi, che nonostante le difficoltà iniziali non hanno mai mollato un centimetro, mi hanno sempre seguito allenandosi con impegno e costanza; sono dei ragazzi meravigliosi e mi ritengo fortunato ad allenarli. Quando parlo di loro lo faccio con molto orgoglio, perché al di là di come finiremo la stagione sono e resteranno una squadra fatta di veri uomini, che affrontano ogni difficoltà con grande spirito di sacrificio. Grazie!

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