Regionali, duro attacco di Francesco Maria Ferranti a Nevi e Marcelli: “Forza Italia senza nessun rappresentante ternano in regione. Colpa di logiche familistiche” Aspra critica del presidente del consiglio comunale di Terni in merito ai risultati ottenuti dal partito di Silvio Berlusconi
(Fotografia di copertina: ©Alberto Mirimao)
TERNI – 29 ottobre 2019 – Non solo “Balocchi e profumi” per il centrodestra, in questi giorni, dopo la larga vittoria ottenuta alle elezioni regionali di domenica 27 ottobre scorsa. Se è infatti emersa la netta crescita sia della Lega sia di Fratelli d’Italia (con quest’ultimo partito per la prima volta in doppia cifra), è anche emerso il basso risultato ottenuto da Forza Italia, con solo il 5,5% dei voti ottenuti a livello regionale ed il 5,57% ottenuto nella provincia di Terni. Estremamente negativo è stato poi il numero di voti ottenuto nel comune di Terni, con solamente il 4,63% delle preferenze accordate al partito guidato da Silvio Berlusconi. Questi risultato hanno fatto sì che nessun esponente ternano del partito venisse eletto alla consiliatura regionale, con il solo Roberto Morroni (originario di Gualdo Tadino) eletto consigliere di Forza Italia con 2304 preferenze. Dietro di lui l’attuale sindaca di Amelia Laura Pernazza, con 1852 voti ricevuti.
Critiche di riflessione Forza Italia dovrà certamente riflettere in merito al basso risultato ottenuto ed un primo spunto di riflessione giunge dalla dura critica fatta da Francesco Maria Ferranti (nella foto di copertina), attuale presidente del consiglio comunale di Terni, il quale non risparmia delle dure parole in merito alla modalità di scelta dei candidati al consiglio regionale. “Nonostante l’indicazione del presidente Berlusconi per una mia candidatura per il territorio ternano – dice Ferranti – ho deciso di fare un passo di lato al fine di consentire anche al mio partito di eleggere in regione un candidato ternano nella convinzione che per Terni e la sua provincia la rappresentanza nelle scelte regionali fosse una priorità. Per questo motivo mi sono battuto con una parte del coordinamento provinciale composta da sodali, per ragioni lavorative e parentali, dell’onorevole Raffaele Nevi. Criticavo, allora come oggi, di consentire le candidature del segretario dell’onorevole Nevi, Daniele Marcelli e dell’assessore Stefano Fatale (secondo alle mie spalle a circa 550 voti di distanza nelle ultime comunali). Temevo che tale frammentazione penalizzasse l’area ternana. Al netto del mio farmi da parte, purtroppo come temevo, Forza Italia in provincia di Terni è l’unico partito a non esprimere rappresentanza. Il danno per il territorio, penalizzato in molti settori da politiche regionali irresponsabili (ambiente, infrastrutture, sanità), è enorme. Riterrei necessario che alcuni dirigenti, ad iniziare dal rumoroso vice coordinatore provinciale nonché cugino dell’onorevole Nevi, Guido Nevi, colgano l’occasione per scegliere di farsi da parte e liberare la gestione di un partito da logiche familistiche e sodali creando le condizioni per le quali venga meglio perseguito l’interesse generale. 965 i miei voti presi a Terni 16 mesi fa. 915 i voti presi da Stefano Fatale in una intera regione, sono un elemento significativo di riflessione”.