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“Una casa grande” È regolare per Matteo Renzi il prestito ricevuto da un amico precedentemente da lui stesso nominato in incarichi amministrativi durante il suo governo?

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13 dicembre 2019 – Cosa lega l’attuale leader di Italia Viva Matteo Renzi e l’ex presidente della Repubblica Federale Tedesca Christian Wulff? Ve lo andiamo a spiegare ora. Il secondo dei due, nel 2008, riceve un prestito di 500.000 € dalla moglie di un suo amico imprenditore, tale Egon Geerkens, per la realizzazione di un appartamento nella regione della Bassa Sassonia. Tale prestito venne erogato con un tasso di interesse agevolato del 4%. La stampa tedesca, alla fine del 2011, ne viene a conoscenza e pubblica diversi articoli sulla questione. Il presidente Wulff arriva persino a minacciare l’allora direttore del Bild Kai Diekmann, cercando di bloccare la pubblicazione dell’articolo. La stampa teutonica continua ad indagare nel passato di Wulff e ne vengono fuori di cotte e di crude. La questione crea un grosso imbarazzo al governo tedesco ed il 16 febbraio 2012 la procura di Hannover chiede la revoca dell’immunità prevista per il Presidente della Repubblica. Tutti sanno come è andata a finire: il presidente Wulff si dimette dall’incarico il 17 febbraio del 2012.

E Renzi che fa? La vicenda tedesca presenta di certo delle analogie con la recente questione che vede protagonista l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nel giugno del 2018 l’attuale senatore di Italia Viva richiede un prestito al suo amico Riccardo Maestrelli per l’acquisto di una casa a Firenze. L’ex-premier, infatti, vende la sua vecchia casa di Pontassieve per 830.000 € e ne acquista un’altra nel capoluogo toscano per 1.300.000 €. Vi è una differenza di mezzo milione di euro sanata, per l’appunto, dal prestito di 700.000 € dell’amico Maestrelli. Questi soldi, però (prima stranezza), non arrivano direttamente dal Maestrelli, ma dal conto corrente di sua madre, Anna Piccioni. Sempre lo stesso Maestrelli, poi (seconda stranezza), aveva avuto incarichi di nomina all’interno dei consigli di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti ed Immobiliare Spa, incarichi ricevuti nel 2015, guarda caso durante il governo Renzi. Per chiudere il cerchio, infine (terza stranezza), Riccardo Maestrelli è stato anche uno dei finanziatori della fondazione Open, ente nato per sostenere le attività e le iniziative politiche di Matteo Renzi.

Renzi è nervoso Tutta questa attenzione non ha fatto molto piacere all’ex premier, il quale si è trovato ancor più sotto i riflettori proprio a causa delle inchieste aperte sul prestito ricevuto da Maestrelli e sulla liceità delle somme ricevute dalla fondazione Open. Renzi è arrivato persino a parlare di attacco da parte della magistratura, la stessa magistratura che egli difendeva però strenuamente quando essa indagava rappresentanti della opposta fazione politica. Ieri (12 dicembre 2019, ndr), durante il suo discorso al Senato, Matteo Renzi è persino arrivato a citare Aldo Moro con la frase: “Non ci faremo processare nelle piazze”, detta ai tempi dello Scandelo Lockheed. Paragone presuntuoso? Assai nervoso si è poi dimostrato Renzi lo scorso giovedì (5 dicembre, ndr) quando è stato ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita, ma lo è stata ancor di più la sua “fanbase”, la quale è andata ad attaccare in maniera vergognosa il giornalista di La7, colpevole del fatto di aver posto delle domande scomode all’intoccabile leader di Italia Viva. Gesto deprecabile è stato poi quello di pubblicare l’indirizzo e le foto della casa di Formigli. Gesto dal quale Renzi si è dissociato, restando comunque in parte sulle sue posizioni.

Mentalità La vicenda di Renzi e quella di Wulff sembrano proprio le due facce di una stessa medaglia. Cosa cambia però? La mentalità, certo. Una vicenda ha una mentalità tedesca ed un’altra la ha invece italiana. In quella dalla mentalità tedesca, dopo un primo tentativo di insabbiamento, il presidente Wulff ha preso la saggia scelta di dimettersi dal proprio incarico, così da non mettere ancor più in imbarazzo il governo del proprio Paese. Nella vicenda dalla mentalità italiana, invece, Renzi non arretra e rincara la dose dicendo che “I magistrati decidono cosa è politica e cosa no”, frase che ben esprime una arroganza che ha portato l’ex premier sia a perdere voti sia ad essere inviso alla maggior parte di un Partito Democratico dal quale è poi uscito per fondare un proprio “movimento” politico, dimostrandosi ancor più di essere da sempre attaccato alla leadership. Questo modo di fare, lo farà però tornare al governo?

Musica musica Parlando di case non poteva che esserci un brano affine al tema. Renzi aveva bisogno di una nuova casa, una casa più grande. E quello che noi gli diamo in musica è proprio “Una casa grande”, brano presentato da Lara Saint Paul al 23° Festivàl di Sanremo del 1973 e classificatosi al 16° posto. L’arrangiamento è curato dal Maestro Massimo Salerno. Speriamo che in questa nuova casa Renzi non debba però viverci da solo come la protagonista del brano, sposata con un uomo che, nella sua vita, “non ha mai sbagliato”.

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