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Sangemini e Amerino, riparte la produzione parziale Lunedì 16 marzo dovrebbe ripartire, al 60%, la produzione negli stabilimenti della Sangemini e dell'Amerino. L'A.M.I. cerca "soci in affari"

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SANGEMINI – 13 marzo 2020 – È stato aperto ieri (12 marzo) il tavolo ministeriale sulla vertenza Sangemini. Ieri mattina in “conference call” c’è stato il confronto tra proprietà del gruppo Acque Minerali d’Italia, le segreterie nazionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, le Regioni Umbria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto (assente la Basilicata). La situazione in cui versa il gruppo è stata di fatto dichiarata grave. Peraltro la procedura di concordato in bianco non è stata ancora ammessa dal Tribunale di Milano, causa Coronavirus, sebbene quando verrà ratificato il ricorso concorsuale avrà valore retroattivo. Ma di fatto Massimo Pessina, amministratore delegato di Acque Minerali d’Italia, si è impegnato a non impiegare più di 120 giorni per presentare il piano di ristrutturazione industriale che prevede la possibilità di interventi da parte di soggetti terzi, ovvero dei nuovi soci.

La voce dei sindacati “L’azienda ha ribadito che stanno proseguendo le interlocuzioni – spiegano le segreterie nazionali di Fai Flai e Uila – con player importanti del settore ma rispetto a ciò non ha potuto dare ulteriori informazioni in quanto vincolata dal patto di riservatezza. Come organizzazioni sindacali abbiamo ribadito la necessità di avere nel tempo più breve possibile un piano industriale su cui confrontarci, avendo chiaro l’obiettivo della salvaguardia di tutti i siti produttivi e dell’occupazione”. “Abbiamo anche sottolineato la necessità di mettere in sicurezza tutte le lavoratrici e i lavoratori”. Già, perché le due novità portate al tavolo ministeriale da AMI sono che il concordato di fatto non c’è ancora, e che da lunedì prossimo, 16 marzo, la produzione ripartirà al 60% della capacità produttiva. “Considerando la ripartenza al 60% – segnalano i sindacati – i dipendenti non impegnati nella immediata ripresa produttiva devono essere coperti da ammortizzatori sociali per affrontare questo momento di difficoltà.” Richiedono dunque la cosiddetta CIGO, cassa integrazione guadagni ordinaria, per tutti i dipendenti. “Domani capiremo se con il nuovo decreto ci sono le condizioni per attivare la cassa integrazione retroattiva, altrimenti dovremo avviare le procedure per la cassa integrazione guadagno ordinaria”. La volontà delle organizzazioni sindacali è quella di tenere aperto il confronto al tavolo ministeriale, tanto che è stato fissato un secondo incontro al Mise.

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