Territorio

La ‘dura’ vita del cameriere in taverna L'esperienza di tutti i giorni di chi fa questo mestiere con passione

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Fare il cameriere in taverna non è cosa di tutti i giorni. Un ‘mestiere’ che coinvolge grandi e piccini. Ci sono dei ragazzi e delle ragazze che grazie all’esperienza all’Agosto Aviglianese, crescono come poi uomini e come persone. Imparano infatti l’arte dello ‘stare in gruppo’, dell’aiutarsi a vicenda, e nello stesso tempo quello del servizio ai tavoli.

Tutto questo in maniera volontaria, per dare una mano al paese. Fondamentale, però, è l’aiuto dei responsabili della Pro Loco, che mettono tutti nelle condizioni di fare il meglio possibile. D’altronde, se non c’è organizzazione non si va da nessuna parte.  Ci sono persone di Avigliano che, una volta che hanno iniziato a fare i camerieri in taverna, hanno continuato poi questo mestiere nei ristoranti, e quindi per loro questa esperienza è stata molto proficua.  Per quanto riguarda il ‘lavoro’ del cameriere’ vero e proprio in taverna,  ecco un articolo firmato da ‘Er Sagra’ che vi invito a leggere con attenzione: è realizzato da un ragazzo che ormai è ‘esperto’ in questo settore.

Il direttore

AVIGLIANO UMBRO “I più ligi al dovere arrivano anche alle 18:20, mentre coloro che hanno impegni personali possono iniziare a servire anche alle 20:00. L’importante, comunque, è esserci per collaborare. Può sembrare una sciocchezza, ma fare il cameriere non è per nulla semplice e lo è ancora meno in realtà come Avigliano Umbro, dove si realizzano ogni sera grandi numeri. Andiamo allora a ripercorrere la serata tipo di un servitore all’interno della Taverna del Manfricolo.

L’orario medio di arrivo per tutti è attorno alle 18:45 e, una volta arrivati, ogni cameriere si reca dal collega che quella sera ha la responsabilità di segnare le pizze per il consueto “spuntino” prima di iniziare il lavoro. Dopo essersi degnamente rifocillati, si attendono “ansiosamente” le 19:40, orario di apertura della Taverna. I clienti segnatisi iniziano ad essere chiamati al microfono e cominciano quindi ad entrare. Qui troveranno ad accoglierli dei capisala, i quali solitamente sono Claudio, Emanuele e Luca, ma nei momenti di maggior affollamento vi troviamo anche i due presidenti Mirko e Giulia.

I capisala assegnano i clienti al cameriere, il quali li accompagna ad un tavolo a loro scelta oppure a quello in quel momento disponibile. Una volta che si sono accomodati, inizia il servizio vero e proprio. Il servitore consegna il menù ai clienti, i quali lo compilano mentre egli si reca a prendere i coperti. Torna così al tavolo, apparecchia e riprende il menù che aveva consegnato ai clienti, ovviamente compilato. Il cameriere “strappa” quindi in due il foglio, separando la matrice dalla figlia in carta carbone, consegnando la prima alla cassa, per far sì che si possa calcolare il conto. Dopo aver fatto ciò si reca quindi a prendere le bibite per consegnarle poi ai clienti.

Fatto ciò, il cameriere va in cucina e segna tutto ciò che i clienti hanno desiderato di mangiare. Una volta fatto, al cameriere non resta che attendere il proprio turno agli antipasti, ai primi, alla pizza ed alla carne. Le richieste dei clienti si concentrano in maniera maggiore ovviamente sui manfricoli ed è qui che molti camerieri attendono lunghi periodi sino a quando la lor comanda non viene evasa. Una volta terminato di portare tutto ciò che era in ordine, si chiede al cliente se desidera il dolce, se non l’ha già ordinato da sé. Consegnato l’eventuale dolce, si chiede al cliente di potergli consegnare il conto. Dopo aver ricevuto una lapalissiana risposta affermativa, il servitore si reca alla cassa, chiede la matrice che aveva consegnato all’inizio del servizio, copia il totale dalla matrice alla figlia e consegna quest’ultima al cliente. Egli paga e, nei casi migliori e più giusti, lascia al cameriere una doverosa mancia. I clienti sono sempre molti ed i camerieri più attivi arrivano a fare anche 10 ordini ogni sera, superando poi spesso questo numero. E si arriva quindi ad uscire anche molto tardi, superando spesso la mezzanotte.

Ma la Taverna non è un ristorante ed esistono quindi anche dei momenti di riposo e di svago, momenti nei quali si conoscono persone nuove e si creano anche quindi dei legami interessanti e proficui. Per ciò che riguarda precipuamente la mia esperienza come “Er Sagra” nella Taverna di Avigliano Umbro da punto di vista umano non posso che ritenermi che “soddisfatto con lode” dei legami creatisi in cinque anni di lavoro. Molte amicizie createsi in precedenza si sono poi rafforzate grazie a questa esperienza di lavoro e di vita. La Taverna è anche unione del territorio poiché sono presenti collaboratori che arrivano anche dai comuni di Acquasparta, Amelia, Montecastrilli ed alcuni addirittura da fuori regione!

Avete tempo sino al giorno di Ferragosto per poter ammirare questo grosso gruppo di lavoro assai unito che ogni sera cerca di dare il meglio appunto per servire al meglio voi clienti. Vi aspettiamo quindi in taverna!

Nicolò Sperandei

 

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