AVIGLIANO UMBRO – 22 marzo 2018 – Il regista Massimo Manini ha tenuto una conferenza con gli iscritti dell’Unitre di Avigliano, martedì 20 marzo 2018 (nella biblioteca comunale), dal tema ‘La Commedia dell’Arte’
La nascita della Commedia dell’Arte e delle maschere L’attore, autore e regista di cinema e teatro, è partito spiegando la nascita della Commedia dell’arte e delle maschere, aprendo il suo discorso con una domanda ai partecipanti: “qual è il legame tra il cosmo e la Commedia dell’arte?” Grazie all’aiuto di proiezioni fotografiche che mostrano buchi neri e galassie , Manini ha raccontato agli Iscritti dell’Unitre che “tanto quanto troviamo il caos nell’universo, questo regna anche nella Commedia dell’arte.Già dal Medioevo, gli artisti ricoprivano i ruoli di giullari, buffoni di corte e saltimbanchi, per poi arrivare al Rinascimento, periodo in cui sentono la necessità di uscire dalle corti e quindi di iniziare a lavorare insieme ad altre persone.Nascono in questo modo le compagnie che danno vita alla Commedia dell’arte e che erano composte, obbligatoriamente, da almeno 8 uomini e 2 donne, pagati regolarmente e senza differenze di importo.“Questa è stata una grande innovazione – ha detto Manini -poiché prima la donna non compariva minimamente sulle scene, anzi i ruoli femminili erano interpretati dagli uomini”.Le compagnie si esibivano in luoghi aperti, dove la Chiesa non aveva potere ; gli artisti non prendevano mai in giro gli ecclesiastici e non si ironizzava mai sul ruolo della Chiesa.Venivano allestiti teatri all’aperto e il periodo durante il quale si tenevano maggiori spettacoli era il Carnevale: “Il Carnevale – ha sottolineato Manini – è il periodo in cui si cerca di inserire il caos in un momento di grande ordine. E’ il momento adatto per “sbottare”e per abbandonare il grande ordine cosmologico. Nasce dalla cultura cristiana e coincide con il periodo antecedente la Pasqua.”
La necessità di spostarsi all’estero Ben presto, le compagnie teatrali, sentono la necessità di spostarsi all’estero ma devono superare il problema della lingua e del modo per comunicare; utilizzano quindi moltissimo il linguaggio del corpo, la gestualità è tipica del popolo italiano, e inventano il “linguaggio grammelot” , con il fine di farsi comprendere anche senza saper articolare frasi di senso compiuto in una lingua straniera. Gli artisti italiani danno il meglio di sé all’estero tanto che si comincia a parlare di “Commedia all’italiana”.“Sempre in Italia – ha continuato il regista- nascono le maschere: il Dottor Balanzone, Brighella, Pantalone, Colombina e Arlecchino.
Colombina e Arlecchino Manini ha approfondito la storia di queste due maschere. Colombina è la moglie di Arlecchino, è una figura femminile corteggiata da tutti e estremamente schietta nel dire sempre ciò che pensa; al contrario delle altre, non ha una maschera in viso e “questo- ha spiegato Manini- sta nel fatto che non ne ha bisogno in quanto donna e quindi, secondo la mentalità dell’epoca, un diavolo tentatore che non ha bisogno di maschere”. La maschera di Arlecchino nasce dai paesi del nord con un significato negativo in quanto era un demone, seppur burlone. La sua maschera subisce diverse variazioni in quanto all’inizio veniva rappresentato con due corna, poi con un unico corno e in ultimo, la versione definitiva, lo raffigura con in fronte un buco rosso, segna del corno tagliato.
Prossimi appuntamenti Ricordiamo che martedì 27 le lezioni sono sospese per le festività pasquali; si riprende martedì 3 aprile con la prof.ssa Emanuela Agostini che parlerà di Shakespeare e della sua opera “Sogno di una notte di mezz’estate”.
(si ringrazia per la collaborazione Eleonora Piacenti)