AVIGLIANO UMBRO- 5 giugno 2020 – Le bande non suonano più. Non è una frase retorica, ma è la realtà dovuta all’emergenza Covid-19.
Penalizzati I musicisti volontari di tutta Italia che per passione allietano le feste paesane, oppure presenziano alle manifestazioni ufficiali con tanto di note musicali, e che appartengono alle società filarmoniche, sono tra i più penalizzati dalla pandemia. Non fa eccezione a tutto questo la banda di Avigliano, che da 140 anni svolge la sua attività nel territorio ed è molto apprezzata dal pubblico.
Luca Longhi (nella foto sotto) Abbiamo parlato con il presidente dell’associazione, Luca Longhi: “Purtroppo a causa della normativa attuale, non possiamo fare più né prove, né concerti. Avendo molti strumenti a fiato, per suonarli i musicisti non mettono la mascherina, e quindi, per questo motivo ci è vietato incontrarci fisicamente per svolgere con passione il nostro mestiere, realizzato in maniera volontaria e con tanti sacrifici”.
La passione è ancora intatta: “Giovani e meno giovani continuano a contattarmi per sapere quando potremo ritornare all’attività – continua il presidente della S.F.A.U. – a me questo fa piacere: stiamo studiando qualche soluzione per rivederci, naturalmente rispettando le regole sul distanziamento sociale emanate dal Governo”.
Già, le iniziative, quelle non mancano. Dall’inno nazionale suonato singolarmente dai musicisti e poi ‘assemblato’ tramite il web (), alla partecipazione di alcuni musicisti della S.F.A.U. a un piccolo evento organizzato dalla Parrocchia nella chiesa della ‘Madonna delle Grazie’. “Il nostro luogo di incontro è una stanza virtuale – spiega Longhi- dove ci scambiamo idee, e dove abbiamo registrato l’inno di Mameli”
E pensare che nei 140 anni di storia della S.F.A.U. questa è la terza ‘pausa’: dopo le due guerre, ecco l’emergenza Covid: “Abbiamo sempre suonato alle feste paesane, e poi ad eventi, sfilate, e ricorrenze. Adesso, visto che non ci sono più queste manifestazioni, a noi non ci chiamano. Ma siamo ancora in vita e molto attivi: tutto questo grazie al contributo del Comune di Avigliano, alle donazioni volontarie dei singoli cittadini, e alla D.R.A.S.T. (l’associazione ha comprato le divise a tutti i musicisti della banda, i quali, poi per ‘ricambiare’ donano l’8 per mille all’ente di volontariato aviglianese). Ci autofinanziamo, speriamo di poter tornare il prima possibile.
Il futuro della banda: “Non può esistere di suonare senza pubblico. Ci deve essere gente che assiste ai nostri concerti. Quindi, ci aspettiamo di farlo presto, magari all’aperto, di fronte a delle persone che ci guardano. L’altro aspetto importante è quello degli stimoli: un conto è suonare in maniera ‘virtuale’, un conto è farlo quando ci sono degli applausi alla fine delle esibizioni”.
C’è quindi la voglia di tornare: “Il presidente umbro dell’Anbima (associazione nazionale delle bande d’Italia) Gianni Paolini Paoletti ha scritto per alla Regione per avere delle delucidazioni sulla ripresa dell’attività delle bande: tempi e modalità. Ancora non c’è stata alcuna risposta, speriamo che arrivi presto”.