Provincia di Terni

Il braille strumento per la didattica, Paola Torcolini: “Orgogliosa del progetto…Ora tocca a me” L'insegnante di Amelia protagonista in diretta radiofonica

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AMELIA-10 maggio 202021 L’insegnante Paola Torcolini torna di nuovo sulle scene con il progetto sul braille, a cui è stato ampio spazio su Radio in Blu e su Radio 24.

Il dialogo Su Radio in Blu, c’è stato un dialogo telefonico tra Mario Barbuto, presidente Unione Cechi Ipovedenti,e la maestra della scuola di Amelia, in occasione della giornata internazionale del braille.

Braille realtà per tutti“Per me il braille è uno strumento fondamentale per la didattica – ha detto Paola – mi sono accorta che non era importante avere un bambino ipovedente in classe, bensì fare diventare il braille realtà per tutti. Noi tutti possiamo accogliere e raccogliere un metodo utile anche a chi è normodotato.

…Ora tocca a me Inoltre – ha proseguito-ho dedicato una parte della didattica alla lingua dei segni, insegnando attraverso le emozioni. Ogni bambino ha accolto con gioia tutto ciò, ed è nato così il progetto’…Ora tocca a me’. Gli alunni dislessici apprendono, infatti, dalla sintesi vocale che fa parte dei metodi di insegnamento classici”

Un omaggio Il presidente Barbuto ha dichiarato: “Quella di Paola sicuramente è una bella iniziativa che trasmette cultura, conoscenza e informazione nell’incontro tra persone differenti. Dovremo fare dono di questo. Regaleremo a nome dell’associazione che rappresento, dei mattoncini ‘Brail Bricks’ della Lego, alla classe di Paola. Un gioco per condividere esperienze, e nello stesso tempo per creare occasione per stare insieme”. Paola ha ringraziato il presidente per Barbuto per il ‘gradito pensiero’.

Radio 24 Dello stesso tenore, l’intervista tenuta da Paola a Radio 24. Paola ha ripercorso la sua storia che l’ha portata alla scuola di Amelia, focalizzandosi sulla lingua dei segni e sul braille.

Aneddoto E con un aneddoto interessante: “I miei ragazzi hanno fatto un’intervista a un mio amico Andrea non vedente che dipinge i quadri. Ebbene, abbiamo realizzato una sorta di gioco, tramite un laboratorio sensoriale. Alcuni bambini si sono bendati e hanno iniziato a pitturare, facendo come Andrea: un bambino dipingeva e un altro lo guidava con i colori, con la posizione del foglio ecc. Alla fine i miei alunni hanno scoperto che nella disabilità c’è un punto di forza ma anche un punto di debolezza. Una bambina, infatti, ha detto che si è divertita tanto perché quando si era bendata aveva capito di aver dipinto i capelli della sua compagna. Attraverso i laboratori sensoriali i bambini di Amelia hanno capito la bellezza della disabilità. Per me questa è una storia da raccontare a tutti, siamo tutti uguali”

 

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