AVIGLIANO UMBRO -2 settembre 2021 – Ho avuto il piacere di intervistare telefonicamente Alessandro Beco, percussionista che attualmente collabora con il grande maestro Riccardo Muti.Alessandro è nato e cresciuto ad Avigliano. E’un ragazzo come tanti, che poi si è trasferito altrove, ma che ha nel cuore il suo paese. E’stata una chiacchierata a 360°, lunga, nella quale abbiamo parlato di diverse cose.
Partiamo dal G20 della Cultura. Lo scorso 29 luglio 2021 l’orchestra Cherubini diretta da Riccardo Muti si esibisce durante questo evento. E l’esibizione è stata trasmessa in diretta sulla Rai.
“E’stata una grande emozione – commenta Alessandro Beco- in quest’ultimo periodo abbiamo fatto diversi concerti in sedi prestigiose come Quirinale e Senato. Trovarsi a suonare davanti alle più alte cariche dello Stato come il Presidente della Repubblica e in diretta televisiva, non è cosa da tutti i giorni. E’ un orgoglio far parte, come aggiunto, di un’orchestra giovanile come la “Cherubini”, piena di ragazzi molto preparati, i quali meriterebbero un grande futuro nel panorama musicale italiano”
Ora Alessandro sei in tournèe, sempre con questa formazione:
“Stiamo realizzando diversi concerti per la ricorrenza della morte di Dante Alighieri. Recentemente abbiamo avuto una tournée che ha toccato Venezia, Caserta e Taormina. In questi giorni saremo a Imola, per poi chiudere il ciclo dantesco nelle città di Ravenna, Firenze e Verona. Il progetto è molto ampio e vasto. Abbiamo iniziato le celebrazioni dantesche al Quirinale lo scorso anno, passando anche per il progetto ‘Le Vie dell’Amicizia’: un vero ponte di fratellanza attraverso l’arte e la cultura nei luoghi ‘martoriati dalle guerre’. Quest’anno la meta è stata l’Armenia (foto sotto), dove abbiamo suonato anche un brano in anteprima mondiale dedicato al Purgatorio di Dante, scritto dal compositore armeno Tigran Mansurian”.
Tornando un po’ indietro di qualche anno, il 20 gennaio 2018 nel teatro di Avigliano ricevi il premio alla memoria di Marcello Cricchi https://www.aviglianonews.it/magica-atmosfera-e-un-premio-meritato-la-serata-musicale-di-alessandro-beco/
“E’stato un grande riconoscimento, ed è stato stupendo poter esibirmi nel teatro del mio paese, ne sono molto felice. In quel momento mi ero appena laureato a Terni e stavo per trasferirmi in Emilia Romagna. A Parma ho poi continuato i miei studi. Nel 2019 al conservatorio ‘A. Boito’ ho preso la laurea specialistica con 110 e lode, e successivamente ho conseguito un’altra laurea magistrale in musica da camera. In Emilia Romagna ho trovato un ambiente super stimolante, sia dal punto di vista didattico che musicale. Porto Avigliano e Terni nel cuore, ovvero dove sono nato e cresciuto. A proposito di Terni, mi fa tristezza constatare che il teatro più importante della città, ovvero il Verdi, sia ancora chiuso. Per una persona che voglia avvicinarsi a questo mondo musicale, non è semplice andare a vedere un concerto dalle nostre parti”
Un ritorno ad Avigliano??
“Mi piacerebbe ritornare. E’ il mio sogno, lavorare nella musica nel posto in cui sono cresciuto. Vorrei poter trasmettere questo messaggio alle giovani generazioni: siate curiosi, non ascoltate solamente la musica di consumo, non abbiate paura di aprirvi a quella musica impropriamente detta classica, che non è affatto ‘morta’ come molti dicono. E chissà, magari potrà anche iniziarvi a piacere, proprio come è successo a me, iniziando per curiosità.
Parliamo della banda del paese…..
“E’stata parte integrante del mio percorso di crescita. I primi percorsi di musica d’insieme li ho fatti con la S.F.A.U. e la scuola comunale. Grazie a loro ho incominciato i miei primissimi progetti orchestrali (realizzati dall’Anbima) dei giovani fiati umbri, nel quale i ragazzi di tutte le bande umbre si incontravano attraverso campus musicali. Sono stati i miei primi passi nell’intraprendere poi questo ramo di studi”
Un cenno va fatto anche alla situazione Covid-19, nella quale non ci sono stati concerti….
“In una situazione di pandemia, nel blocco degli eventi culturali, io ho avuto la fortuna di insegnare al liceo ‘Bianciardi’ di Grosseto, e di non fermarmi completamente ma di esibirmi in qualche concerto d’orchestra. Tuttavia conosco musicisti bravissimi, miei coetanei, che stanno avendo delle serie difficoltà, non solo dal punto di vista lavorativo, ma anche dal punto di vista psicologico. Non avere più ‘obbiettivi’ ti crea notevoli difficoltà nel tenersi sempre pronti con la tecnica strumentale. Riprendere, dopo un periodo di inattività, lo studio di tutti quei complessi movimenti che permettono di poter suonare lo strumento non è per niente facile. Ma è la condizione culturale in se che è in pericolo. Due anni di teatri semichiusi comportano un grande impoverimento sociale. Non posso non citare il maestro Riccardo Muti (nella foto sotto insieme ad Alessandro)e i suoi numerosi appelli. L’orchestra, prima di un elemento culturale, è la rappresentazione perfetta di una società: ogni elemento al suo interno deve dare il meglio di sé, non per far vedere di essere il migliore strumentista, ma per raggiungere un bene comune, il suonare insieme, l’essere in armonia con l’altro”
Sul futuro….
“Sperando che la pandemia pian piano ci lasci tornare alle nostre vite, alle nostre speranze e, perché no, anche ai propri sogni, sto valutando diversi progetti. A breve sicuramente ci saranno delle risposte a questa domanda”.
Nell’immagine di copertina, Alessandro Beco