Provincia di Terni

La festa di Rosaro inizia il 28 luglio Tutti i dettagli sulla manifestazione

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“Il paese dove la strada finisce”. È questa la definizione che danno del proprio paese i 98 rosaioli residenti nel piccolo e caratteristico borgo nel comune di Acquasparta, dove fra pochi giorni prenderà il via la XXXVI edizione della loro festa. E non si può dar loro torto dato che, effettivamente, a Rosaro la strada termina con l’ingresso nel centro storico del paese. Sebbene, come avete potuto leggere, gli abitanti del paese non arrivino nemmeno alle tre cifre, qui si organizza una festa che va avanti dal lontano 1981. Prima di parlarne, diamo qualche notizia storica sul borgo.

Uno dei luoghi simbolo di Rosaro La chiesa

Il nome del paese di Rosaro deriva con molta probabilità da roseto ed in esso è presente un antico castello medievale oggi adibito all’uso di fattoria con una sola porta di ingresso. Nel 1250 Rosaro, come i molti borghi limitrofi, subì dei saccheggi da parte delle fazioni ghibelline della città di Todi. Attraverso questo borgo, Todi era fortemente interessata al controllo della Via Ulpiana, conosciuta nel medioevo come Via Strata o Pietrosa delle Sette Valli, la quale giungeva presso Sangemini in un nodo di notevole importanza strategica costituito dall’innesto sull’antico tracciato della Flaminia e all’incrocio con la via Romana di Spoleto ed una strada proveniente da Terni. In anni successivi il dominio di Rosaro passò poi a Ludovico degli Atti, signore di Casigliano. Terminata la successione di questa famiglia, Rosaro tornò alla Camera Apostolica e nel 1607, insieme a Sismano, venne venduto alla famiglia Corsini. La chiesa del paese è dedicata a San Lorenzo ed è situata sopra le antiche mura del castello. Presenta una sola navata e tre altari. Il campanile dell’edificio è in travertino e fu edificato dal parroco Don Carlo De Silvis.

Per ripercorrere la storia della Festa di Rosaro abbiamo parlato con una figura storica di questa manifestazione, il tesoriere Antonio Costantino (nella foto sotto a sinistra).

Allora Antonio, come nasce più di trenta anni fa la festa di Rosaro?

Prima della manifestazione attuale, vi era una piccola festa popolare per San Lorenzo (il patrono del paese, ndr): facevamo la corsa con i sacchi, la pentolaccia ed altre piccole cosette in un solo pomeriggio. Abbiamo poi deciso di passare da un pomeriggio a tre pomeriggi, facendo così la prima festa con venerdì, sabato e domenica. Nel 1980 è nata la Pro Loco C.R.S., Casigliano-Rosaro-Selvarelle, ed insieme a queste altre due realtà abbiamo cominciato a fare una festa più lunga, sino ad arrivare ai dieci giorni di oggi secondo le norme vigenti. L’associazione si è poi sciolta: Rosaro è uscito per primo, dando vita ad una propria Pro Loco nel 2003. La prima festa ufficiale è riconducibile al 1981, dato che poi un anno siamo stati fermi. La nostra manifestazione va poi a terminare vicino alla data del 10 Agosto, San Lorenzo.

Quali sono stati i piatti tipici con cui avete dato il via alla manifestazione? Come mai avete legato per molto tempo la vostra festa alla Sangria?

Il primo piatto che è stato fatto sono stati gli gnocchi al castrato. La sangria è nata successivamente quando la festa è stata completamente organizzata dalla sola Pro Loco Rosaro. Per la sangria non c’è un vero e proprio motivo: è un nome di simpatia che ci è piaciuto e poi una sera un nostro collaboratore disse: ‘Io la so fare! Vogliamo provare a fare la Sangria?’. L’abbiamo fatta, ci è piaciuta ed abbiamo proseguito con la Sangria fino a che le recenti norme ci hanno consentito di chiamarla ‘Sagra della Sangria’. Oggi siamo ‘Rosaro in festa’ e vorrei ricordare che Rosaro è ‘il paese dove la strada finisce’!”

 Cosa puoi dirmi invece in merito alle tagliatelle alla rosaiola ed alla tagliata?

Era una ricetta di antica tradizione, quindi abbiamo deciso di portarla avanti. È un piatto teoricamente povero, perché unisce la pancetta di maiale, che ha un prezzo abbastanza contenuto, e gli ortaggi che in questo periodo sono molto comuni, quindi piselli, zucchine, melanzane e pomodori ciliegini. Amalgamando tutto ciò viene fuori questo piatto che è veramente gustoso. La tagliata è nata grazie all’intuizione di un cuoco estemporaneo, di passaggio: abbiamo infatti avuto tanti personaggi che hanno arricchito il nostro ‘menù’. Questo cuoco, un napoletano, un giorno ha detto: ‘Perché non facciamo un piatto freddo? Sempre roba calda! Qualcuno magari potrebbe aver voglia di un piatto freddo che è abbastanza sfizioso!’. Ed ha proposto la tagliata: un piatto freddo composto da rosé di vitello fatto a striscioline, con aceto balsamico e pomodori ciliegini, il tutto servito su un letto di rucola. L’abbiamo assaggiata, ci è piaciuta e l’abbiamo messa nel nostro menù.

Siamo passati poi a sentire la voce del Presidente della Pro Loco, Roberto Perazzoni (nella foto a sinistra).

Allora Roberto, innanzitutto da quanto tempo sei Presidente?

Sono Presidente dal 2011, da ben sei anni. Sono alla fine del mio secondo mandato.

Quali obiettivi ti sei posto come Presidente della Pro Loco?

Il primo obiettivo è quello di andare avanti: bisogna trovare qualcuno che prenda in mano ciò che abbiamo fatto noi fino ad ora, qualcuno che abbia buona volontà e che ci aiuti. Se ci sono questi presupposti pensiamo di andare avanti ancora un bel po’. Bisogna comunque trovare persone disposte a collaborare. Purtroppo il nostro borgo ha subito dei danni dal recente terremoto, e non è quindi visitabile dai nostri avventori. I piatti della nostra cucina, dopo così tanti anni, sono conosciutissimi nel nostro territorio, ed è quindi quasi ‘superfluo’ parlarne!”

Infine la domanda finale rivolta ad entrambi:

 Cosa volete lasciare al cliente della festa?

Roberto: Vogliamo innanzitutto che sia stato bene, poi che ne parli bene.”

Antonio: Il cliente deve partire soddisfatto e deve essere veicolo di pubblicità per la nostra festa. Il cliente deve venire da noi, deve essere accolto con un sorriso, che è quello che facciamo sempre, deve stare comodo e deve parlar bene di noi, perché male già ce lo diciamo da soli (ridiamo)!

Oltre alle specialità sopra menzionate, alla Taverna di Rosaro troverete anche i delicati picchiarelli al sugo semplice di pomodoro, la grigliata mista e la tipica torta al testo umbra. Al termine della cena potrete poi visitare l’Angolo del Golosone, un bar dove potrete trovare, sino ad ora tarda, bibite fresche, torta al testo e dolci, oltre alla tipica Sangria. Il tutto contornato dalla simpatia e dalla affabilità dei rosaioli, una vera e propria grande famiglia.

Er Sagra vi attende, anche qui, a partire da Venerdì 28 Luglio!

Sotto, altre foto della sagra di Rosaro

 

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