Avigliano News

“La fotografia”

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(Fotografia di copertina: ©Fabrizio Troccoli)

25 ottobre 2019 – “Una vampa, un botto e l’incanto s’è quasi rotto”: mutuando una celebre frase di Bice Valori nel ruolo della centralinista RAI nel programma “Doppia Coppia” (1970), questa sicuramente ben definisce il rapporto attuale fra la sinistra e la regione Umbra. L’incanto, dopo 49 anni, s’è infatti quasi rotto, per tantissimi motivi. Ultimo, in ordine di tempo, sicuramente la gestione della crisi seguita allo scandalo della sanità; e la fotografia scelta come copertina dell’articolo di oggi ne è un eccellente esempio: si tratta del celebre scatto che raffigura la ormai ex governatrice Catiuscia Marini che vota contro le sue stesse dimissioni.

I fatti in breve A seguito dello “scandalo sanità” scoppiato in Umbria lo scorso aprile, il giorno 12 dello stesso mese anche la ex presidente della regione Umbria viene iscritta nel registro degli indagati. A seguito di riflessioni personali ed anche per le pressioni provenienti dai vertici nazionali del PD, Catiuscia Marini decide di dimettersi dal suo incarico martedì 16 aprile. Le sue dimissioni devono però essere approvate dal consiglio regionale, altrimenti lei dovrà nuovamente formularle. Arriva il giorno decisivo: sabato 18 maggio. Alla chiusura della consultazione sono 8 voti favorevoli alle dimissioni ed 11 contrari. Fra questi ultimi c’è proprio il voto della Marini, decisivo al fine di poter raggiungere la maggioranza assoluta richiesta. Lei stessa ha votato contro le dimissioni da lei redatte. Subito si scatenano le reazioni delle opposizioni, ma anche del PD stesso. Zingaretti, infatti, addita quello della Marini come un “grave errore politico” accusando la ex governatrice di “provocare un danno all’Umbria”. Non si è fatta di certo aspettare la risposta della politica tuderte, la quale ha definito “gravi” le affermazioni del segretario del PD. Le dimissioni sono state poi formalmente ricevute lo scorso 28 maggio.

Rischio… La gestione del “caso sanità” in Umbria ricorda di certo un po’ quella della questione di Ignazio Marino a Roma, con un sindaco fatto dimettere ancor prima di essere condannato. Anzi: di essere dichiarato innocente (assolto dalla Corte di Cassazione lo scorso 9 aprile). Sappiamo bene poi che le successive elezioni comunali del 2016 hanno portato alla vittoria di Virginia Raggi e, quindi, del Movimento 5 Stelle. Il PD, con questo tipo di scelte affrettate, con corre il continuo rischio di perdere alcune roccaforti da lui amministrate? La mancanza di garantismo, stile grillino, non rischia di portare a dei “disastri politici” come accaduto a Roma? Anche in Umbria quindi il PD sta rischiando, con la sola differenza che l’unico reale avversario da battere, questa volta, è la coalizione di centrodestra.

…e gestione del rischio Il partito del Nazareno non brilla poi nemmeno anche nella gestione del rischio, con i dirigenti nazionali che impartiscono delle direttive ed i responsabili locali che invece fanno tutt’altro. Come accaduto, per l’appunto, in Umbria. Non sarebbe bene che in determinate fasi prima ci si incontri e si prenda di comune accordo una decisione sul come proseguire in modo da poter limitare i danni invece di rilasciare dichiarazioni che possano risultare fra loro contraddittorie?

Anch’io lo ricorderò E gli Umbri elettori non dimenticano “errori” del genere. No di certo; ed è proprio per le motivazioni sopra elencate che per la prima volta nella sua storia l’Umbria potrebbe cambiare colore. Ed è sempre per questo che nell’ultimo mese il cuore verde dell’Italia è divenuta meta di pellegrinaggio dei principali leader partitici nazionali; e, checché ne dica il Presidente del consiglio Giuseppe Conte, il voto in Umbria, questa volta, ha un valore davvero storico (se dovesse succedere quello che i sondaggi pronosticano). Dopo, infatti, si voterà in Emilia-Romagna e poi in Toscana e si andrebbe a votare con uno spirito diverso se una regione rossa storica fosse già passata in mano al centrodestra. E come sarà il cambio di casa per l’Umbria? Beh, questo non possiamo dirlo: “lo scopriremo solo vivendo”, per dirlo in maniera banale. Comunque, in chiusura, un grosso in bocca al lupo a tutti per elezioni di domenica. Specialmente agli elettori.

Musica musica A fare da titolo, per l’articolo di questo venerdì di “PoliticalMente”, il brano “La fotografia” di Enzo Jannacci, da lui scritto e portato in gara al Festival di Sanremo 1991. Dopo averlo ascoltato capirete perché il noto cantautore milanese quell’anno vinse il premio della critica, classificandosi, però, solo undicesimo.

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