AVIGLIANO UMBRO – 10 febbraio 2024- Dal 2005 il governo italiano ha istituito la giornata del ricordo per commemorare la tragedia della popolazione istriana / Giuliano , dalmata che ha subito la pulizia etnica da parte del regime comunista del maresciallo Tito di cui le foibe ne rappresentano l’ emblema.
LE ATROCITÀ avvennero in due fasi. La prima si verificò in Istria nel 1943, quando il crollo del regime fascista permise ai partigiani jugoslavi guidati da Josip Broz detto Tito ( leader del partito comunista) di occupare la penisola e di effettuare il massacro di centinaia di italiani. La seconda fase, più lunga e sanguinosa, si svolse nel 1945, al termine della guerra, ed ebbe il suo epicentro nei territori di Gorizia e Trieste, quando al collasso delle potenze dell’ Asse, i partigiani comunisti uccisero migliaia di fascisti, di militari e di jugoslavi collaborazionisti. Furono uccisi anche moltissimi innocenti , donne , bambini e anziani, ci furono regolamenti di conti e atti di criminalità’.
MEMORIA E STORIA proprio il prof Alessandro Barbero mette in evidenza la differenza tra memoria e storia ossia il fatto che la prima sia una visione soggettiva dei fatti in base a come si sono vissuti e in relazione anche all’ adesione ad un orizzonte politico , mentre la storia è quanto effettivamente è accaduto senza impostazioni ideologiche. Ecco oggi la giornata del ricordo deve essere vissuta nella sua valenza storica : inizialmente nata come riscatto di un’ ala politica che di fronte al 25 aprile del 1945, giorno della liberazione dal nazifascismo, doveva trovare un’ altra data per mostrare anche le atrocità perpetrate dai partigiani di Tito e viceversa , l’ altra parte politica avrebbe dovuto fare i conti ed ammettete le nefandezze del regime di Tito , senza occultare l’ evento. Quindi ricordare è fare giustizia , far parlare la verità e dar voce agli innocenti “ infobati” che per anni o per vergogna o per ragioni diverse non sono stati onorati. Non c’ è una memoria di serie A e una di serie B a seconda delle bandiere, se si sbaglia , si sbaglia in ogni caso.