Il territorio di Avigliano Umbro è stato la meta di uno dei più grandi poeti europei del Novecento. Sandro Penna (nato a Perugia nel 1906 e morto a Roma nel 1977), infatti, viene considerato in questa maniera, da tanti critici letterari. Ad esempio, Pier Paolo Pasolini, cita il poeta così in suo articolo apparso sul ‘Corriere della Sera’ il 5 giugno 1975 dal titolo ‘Le Madonne non piangono più”. Ecco alcune frasi del pezzo: “Ricordo con intimo, quasi struggente piacere le mattinate di scuola in cui i miei professori invece di fare lezione si lasciavano prendere da non so che pigrizia e libertà e ci parlavano di altre cose. Erano, almeno nel ricordo, mattinate come queste di maggio o giugno, in cui l’anno scolastico stava per finire. C’era questo sole stagnante, immenso e mite; il sole delle poesie estive di Sandro Penna”.
Per questo motivo, l’associazione ‘Il Laboratorio del Paesaggio’ ha dedicato al letterato un’iniziativa che si è tenuta sabato scorso nei locali di Corso Roma ad Avigliano, mettendo alla luce soprattutto il rapporto che c’era tra Sandro Penna e il territorio: “Negli anni’30 – spiega Oliviero Piacenti membro dell’ente – Sandro Penna veniva a trovare i suoi cugini Ferrero, Nando e soprattutto Agnese, con cui aveva legato di più. Si trattava sempre di letterati: ad esempio Ferrero Piacenti ha scritto parecchi libri. Per quanto riguarda l’iniziativa che abbiamo realizzato si è suddivisa in diverse fasi. Abbiamo letto un pezzo del libro di Enzo Giannelli, poi c’è stata proiezione del documentario di Paolo Liberati “Un fiume in Penna”. Sandro Penna, come detto precedente, quindi, è stato un letterato molto stimato da tutti. (nella foto sopra a sinistra, Sandro Penna insieme ai suoi famigliari)
Tracce della presenza del poeta ad Avigliano Umbro si possono trovare in questi versi tratti dalla poesia ‘Una giornata in campagna’ che fa parte della raccolta’ Un po’ di febbre’ edita da Garzanti nel 1973:
“Arrivati al paese di mia cugina non ci fu altro da fare che chiudersi in casa. La piovosa giornata di maggio sembrava di un autunno convinto, e chiusi nella casa tutti dettero una mano al grammofono al pane di prosciutto…..
Non risposi che all’invito di andare a tavola, e lì tra il prete anche esso con mio parente e il mio zio calzolaio che fingeva di essere severo, ne vidi di tutti i colori da parte dei mie cuginetti…
Ma venne la mattina e dalle chiare imposte la timida audacia di fuggire dal letto magari troppo presto. Trovai invece tutti pronti al mio caffellatte, e fuori il paese raggiante asciutto piccolo, perduto in un mare di verde…
Poi si avvicinava l’ora della partenza, nel tardo pomeriggio e già la corriera aspettava, vuota e impolverata, laggiù nella piazza presso la fontana”.
Naturalmente, si può sottolineare questa frase: “E fuori il paese raggiante asciutto piccolo, perduto in un mare di verde”. Sandro Penna, così omaggia la bellezza del paesaggio di Avigliano.
Così come va evidenziato un aspetto:” Poi si avvicinava l’ora della partenza, nel tardo pomeriggio e già la corriera aspettava, vuota e impolverata, laggiù nella piazza presso la fontana”: in questo caso il poeta fa riferimento al luogo di Piazza Piave, al centro storico di Avigliano Umbro, dove passavano i pullman diretti a Roma. Non a caso, questo era il luogo di partenza degli autobus che poi arrivavano nella capitale d’Italia, portando numerosi passeggeri provenienti da Avigliano Umbro: uno di questi è stato certamente Sandro Penna”
Infine, un pensiero di Oliviero Piacenti: “Perché non dedicare una via o una piazza di Avigliano a Sandro Penna? “