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La storia della miniera di Dunarobba in primo piano all’Unitre

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AVIGLIANO UMBRO -22 novembre 2018 -Ancora una volta , all’Unitre, si è tenuto un incontro focalizzato sul nostro territorio.

Presenti nel pomeriggio del 20 novembre Antonio Spadini, Franca Mancini e Flavio Franchini , venuti a rappresentare il Centro Studi Piero Gauli di Dunarobba, e a parlaredelle loro attività, nonché di un libro molto significativo e legato al nostro territorio: “Come eravamo” – Storia di una giovane sposa durante la seconda guerra mondiale – di Giovanna Fidora Sculati.

Il volume Il motivo della scelta di questo libro sarà l’oggetto dell’intervento di Antonio Spadini nella seconda parte dell’incontro in quanto la premessa iniziale è stata a cura di Flavio Franchini che ha iniziato col raccontare la storia della miniera di lignite di Dunarobba, citata proprio nel libro stesso.

I temi “L’Umbria, racconta Franchini, è piena di lignite, un carbone più giovane del carbone fossile, molto vicina alle sembianze del legno. La miniera di Dunarobba nacque nel 1888, lo stesso anno di fondazione delle Acciaierie di Terni. Dal 1929 al 1940 ci fu al suo interno un alternarsi di 4/5 gestori che pagavano allo Stato la concessione di utilizzo. L’anno di svolta fu il 1940 quando la miniera andò nelle mani dell’ingegner Erardo Sculati di Milano, proprio durante il periodo della seconda guerra mondiale in cui venivano messe molte sanzioni e restrizioni sul commercio delle materie prime. Da qui, il bisogno di utilizzare le risorse presenti sul proprio territorio e l’inizio di una grande richiesta di lignite da parte delle Acciaierie ternane.

L’evoluzione Nel 1942 la miniera di lignite di Dunarobba poteva contare sullo sforzo e la fatica di 608 operai, impiegati lì dentro e scampati al combattimento in guerra; tuttavia alcuni aviglianesi, purtroppo, furono coinvolti in incidenti mortali durante i lavori di scavo all’interno della miniera: tre nel 1942 (Ermete Pacifici, Nello Raggi, Federico Brizioli) e uno nel 1947 (Bernardino Vitali). Durante la guerra venne a visitare diverse volte la miniera anche lo stesso Piero Gauli in quanto amico di Alcide Sculati, figlio dell’ingegner Erardo Sculati e proprietario a quel tempo della miniera.” “Passato il periodo bellico, prosegue Flavio, iniziò un periodo di decadenza in quanto la richiesta di lignite cominciò drasticamente a calare. Nel 1956/57 la miniera venne definitivamente chiusa e gli spazi vennero acquisiti dalla fornace presa in gestione da Briziarelli; la fornace era già presente in quei luoghi, ma era di proprietà dei Nevi-Catalucci.

Intervento di Antonio Spadini Conclusa la narrazione di Flavio Franchini, la parola passa ad Antonio Spadini che ci parla di questo libro di Giovanna Fidora Sculati, moglie di Alcide Sculati, una donna che visse in prima persona la storia della miniera dove vi arrivò nel 1942, in pieno periodo bellico. “Il libro, precisa Spadini, è stato scritto dal punto di vista di una donna privilegiata come solo “la moglie del figlio del capo” , banalmente parlando, può essere”. Le memorie di Giovanna, testimonia Spadini, vennero raccolte dal nipote e trasmesse direttamente a lui, fintanto che si decise poi di raccoglierle interamente in questo libro dove troviamo raccolti molti suoi ricordi di donna vissuta a contatto con la vita all’interno della miniera di Dunarobba.

Il recupero della storia della miniera di Dunarobba Attraverso la presentazione di questo libro Spadini, unitamente ai suo “colleghi” del Centro Gauli, vuole  esprimere e manifestare il loro intento di recuperare le storie della miniera da trasmettere all’intera collettività.

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