te lo spiego

Produrre energia con la fusione nucleare La scienza replica il fenomeno solare

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AVIGLIANO UMBRO -Negli anni le considerazioni quotidiane hanno portato ad avere un’opinione molto negativa in merito all’energia nucleare. Indubbiamente l’Italia ne è portabandiera con l’abolizione, a seguito del referendum del 1987, delle cinque centrali all’epoca attive nel Paese. Ebbene ad oggi la scienza sta dimostrando che questo tipo di fonte energetica può essere utilizzata in sicurezza e nel tempo, ovviare e sostituire i combustibili fossili ancora in uso, destinati però all’esaurimento

Vi è una precisazione da fare . Per ricavare energia da un atomo esistono due processi, denominati fusione e fissione nucleare, l’uno con il comportamento opposto all’altro

La fissione: questo processo è utilizzato nelle tradizionali centrali nucleari e sfrutta la scissione (separazione) di un atomo in due atomi più piccoli. Tutto avviene utilizzando un particolare metallo, l’uranio, composto da tanti atomi, sui quali si andrà innescare la fissione nucleare. La rottura del nucleo dell’atomo fa si che si liberi energia e neutroni, che a loro volta andranno a colpire i nuclei di altri atomi avviando un processo a catena.

 

Il funzionamento vero e proprio è suddiviso in tre fasi, la prima prevede il passaggio dell’acqua attraverso l’uranio e viene scaldata proprio grazie al processo di fissione. In questo modo si otterrà vapore radioattivo. La seconda fase prevede il passaggio del vapore radioattivo in acqua non radioattiva, cedendole calore e ottenendo vapore non radioattivo che farà girare una turbina che a sua volta genererà energia elettrica. Da ultimo un impianto di raffreddamento per l’acqua che aziona la turbina. La pericolosità di questo meccanismo si colloca proprio nel processo di fissione, dove la rottura del nucleo genera scorie radioattive, che seppur conservate in maniera idonea, una loro fuga potrebbe comportare conseguenze gravi per l’uomo.

Alla luce di ciò gli scienziati hanno iniziato a studiare il processo inverso, ovvero sfruttare la fusione nucleare per produrre energia, potendo così ridurre il problema delle scorie radioattive.

La fusione: quando si parla del processo di fusione si intende rimandare subito al sole. Infatti è proprio la nostra stella che utilizza tale metodo per produrre energia e calore. Sono diverse le reazioni che avvengono al suo interno, ma ciò che è alla base è proprio l’unione (fusione) di due nuclei. I ricercatori del Livermore National Laboratory negli Stati Uniti hanno provato a replicare in maniera controllata tale processo, per poterne sfruttare i numerosi benefici dal punto di vista energetico.  Durante un esperimento gli scienziati sono riusciti per la prima volta a realizzare un processo di fusione nucleare producendo più energia di quella necessaria a innescare la reazione. È stato questo il vero risultato sorprendente, perché per avviare il processo serve un quantitativo di energia molto elevato e per la prima volta si è pervenuti ad un effetto in positivo tra energia prodotta ed energia impiegata.

 

 

Benefici e considerazioni: quanto sopra porta a ragionare sull’impiego di questa scoperta così importante; in futuro sarà possibile utilizzare tale metodologia per produrre energia da sostituire ai combustibili fossili, andando anche a soppiantare quelle che sono le attuali centrali nucleari, produttrici di elevate scorie radioattive da conservare e controllare per molti anni. I benefici, come fanno presente gli scienziati, sono di natura ecologica, in quanto il processo non produce gas serra, gli elementi alla base dell’intera operazione sono facilmente reperibili e da ultimo una piccola quantità di combustibile sarebbe in grado di alimentare una casa per centinaia di anni.
Indubbiamente questa scoperta rappresenta un passo avanti per la scienza e l’umanità, tuttavia, come sottolineato  Kim Budin, direttrice del laboratorio nazionale ‘Lawrence Livermore, la strada da percorrere per arrivare ad un uso commerciale di tale tecnologia è ancora lunga, nell’ordine di circa venti anni “Ma con sforzi e investimenti concertati, e alcuni decenni di ricerca sulle tecnologie necessarie, saremo nella posizione di costruire una centrale elettrica”.

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