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“Pronti per il nuovo inno del Cicchio” Le parole del chitarrista degli Arpioni Franco Scarpellini

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Musica, emozioni e spettacolo all’Osteria del Cicchio: gli Arpioni hanno ‘deliziato’ il pubblico di Avigliano Umbro, ieri sera sabato 13 agosto 2017, con le canzoni del loro piccolo tour ‘Una Volta Ancora’. Il gruppo bergamasco ha iniziato lo show con il brano ‘Er Tranquillante Nostro”, diventato ormai l’inno dell’Osteria.

La voce di Stefano ‘Kino’ Ferri, la chitarra di Franco Scarpellini, il basso di Antonio ‘Tonno’Gini’, le tastiere di Francesco Esposito, il trombone di Pier Muccio Guglielmo ‘Facco’Facchinetti e la tromba di Alessio ‘Kleine’ Canino: un mix travolgente sul palco per circa 2 ore di live che ha riscosso un successo strepitoso.

Energici, passionali, con molte cose da dire, gli Arpioni si sono rivelati anche molto disponibili a scambiare qualche battuta a fine concerto con la gente presente in Piazza. C’eravamo anche noi e ne abbiamo approfittato per fare una mini intervista a Franco Scarpellini, chitarrista, che ringraziamo moltissimo per averci concesso il suo tempo. Di seguito l’intervista completa:

Prima volta in Umbria?

“In Umbria no, abbiamo già suonato qualche anno fa. Però è la prima volta che veniamo ad Avigliano e siamo rimasti davvero stupiti dal calore con cui siamo stati accolti. L’Umbria è un posto bellissimo dove si sta davvero bene. Siamo venuti dalle Marche, dove siamo stati sia per suonare, sia per portare a termine altri progetti. Poi siamo andati in Salento e chiudere questo giro del mese di Agosto in Umbria è stato davvero speciale.”

Franco Scarpellini, chitarrista

Come prosegue il tour?

“Siamo quasi in dirittura di arrivo, ad Ottobre probabilmente ci fermeremo, anche se stiamo lavorando ancora su alcune date, tra le quali una a Mosca; il 3 Settembre saremo a Bergamo al “Bum Bum Festival”. Inoltre, il 16 di Settembre parteciperemo all’evento “Partirò per Bologna” che si terrà appunto a Bologna all’Estragon. È una manifestazione a cui ci fa molto piacere partecipare, perché oltre a noi ci saranno molti gruppi importanti del mondo della musica Ska e non solo, come Banda Bassotti, The Gang, Filippo Andreani e tanti altri ancora.”

Cos’è che vi ha spinto, dopo tanto tempo, a rimettere insieme il gruppo?

“L’idea di ricreare il gruppo ci balenava in testa già dall’anno scorso, in particolare a me e a Kino (Stefano Ferri).  A noi due ci hanno spesso invitato a partecipare a festival e manifestazioni del genere e mentre suonavamo ci accorgevamo che moltissime persone cantavano a memoria tutti i nostri pezzi; così abbiamo deciso di riunirci per un’unica data a Bergamo, in un ex carcere. Il concerto è andato benissimo, la risposta da parte del pubblico è stata ottima, così abbiamo optato per portare a compimento questa “reunion” che è poi sfociata nel tour “Una volta ancora”. Le richieste sono state tantissime; ne abbiamo selezionate alcune e, nonostante casi di condizioni climatiche avverse, abbiamo riscontrato una grande risposta da parte delle persone. Ad Otranto, ad esempio, siamo stati invitati ad un campeggio anti-razzista dove c’erano 500 persone e tutte hanno cantato all’unisono dall’inizio alla fine. E questo è stato un motivo di orgoglio , perché è come se avessimo lasciato dei semini che in questi anni di inattività sono poi germogliati.”

Torniamo al discorso Cicchio. Sapevate che la vosta versione de “Er Tranquillante Nostro” è da anni l’inno ufficiale dell’Osteria?

“Non lo sapevamo assolutamente. Lo abbiamo scoperto stasera e siamo rimasti assolutamente meravigliati perché non ce lo aspettavamo. È stata davvero una piacevole sorpresa.”

Vista l’atmosfera che avete respirato in questa piazza, vi piacerebbe tornare in futuro?

“Si perché no, magari con un repertorio nuovo, se lo faremo, dobbiamo ancora tirare un po’ le somme. Noi abbiamo deciso di tornare fedelissimi alla linea dello Ska e sempre alla nostra maneria, nel senso che noi non ci identifichiamo come un “gruppo Ska”, ma come un gruppo che ha qualcosa da raccontare e usa lo Ska, ma non solo, per farlo. In particolare proviamo a rendere più leggeri quegli argomenti che sono piuttosto delicati da toccare e che hanno un’importanza rilevante.”

Appuntamento all’anno prossimo dunque!

“Speriamo di sì, magari nel frattempo scriviamo la nuova sigla dell’Osteria del Cicchio.”

 

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