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Terni Biomassa annuncia: “Spegneremo l’inceneritore”

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TERNI – 7 Marzo 2020 – Sembra essere finalmente arrivata l’ora. L’inceneritore di Maratta sarà smantellato. La conferma arriva dalla Tozzi Holding che lo ha annunciato dopo diversi tentativi di vendita:” L’esperienza a Terni è finita“. A perdere il lavoro saranno 7 operai, un ingegnere sarà trasferito.

La vicenda Per riassumer si deve partire almeno dal 2017. L’ex Sindaco di Terni Di Girolamo ordinò lo spegnimento:”L’Asl ci ha comunicato che le concentrazioni di diossina e furani potevano determinare un rischio per la salute.”, in più Regione Umbria chiedeva chiarimenti su alcuni piani di sicurezza. L’azienda si è subito attavata e in poco tempo la Regione Umbria ha rilasciato la cosiddetta Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per l’impianto. Il comitato di attivisti No inceneritori presenta ricorso al Tar, respinto, e riceve la condanna al pagamento di 4 mila euro tra Regione e società titolare dell’impianto.

La biomassa Cos’è la biomassa? La centrale di Terni brucia scarti della produzione della carta, i pulper; più in generale la biomassa sono piante, scarti di piante, scarti di agricoltura, legname. La utilizziamo tutti i giorni noi in casa. La biomassa è considerata energia rinnovabile? . Perché ci sono e ci saranno sempre “pulper” o simili da smaltire. La biomassa è un’energia “pulita”, che non emette gas serra? No. A differenza di come alcuni produttori lo offrono. Le centrali a biomassa principalmente utilizzano la combustione, che produce CO2, per produrre vapore che aziona una turbina, questo meccanismo produce energia. Gli altri fumi vengono filtrati e poi mandati nel camino. Infine vanno smaltite le ceneri. La Commissione Europea nella direttiva del 13 marzo 2019 introduce le nuove norme per l’utilizzo di biomassa e fissa per il 2030 la quota vincolante del 32% di utilizzo di rinnovabili. La biomassa è un’alternativa ai combustibili fossili ma è davvero la soluzione al problema? La strada ‘per fortuna’ sembra però già cambiata ad un anno di distanza, la proposta di questi giorni, è emissioni 0 entro il (vicinissimo) 2050.

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