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Un incontro per onorare la Trinità insieme ai santi raffigurati negli affreschi restaurati Lo scorso 28 maggio nella chiesa di Avigliano si è vissuto un momento liturgico molto intenso

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AVIGLIANO UMBRO – 3 giugno 2021 -Nella chiesa parrocchiale di Avigliano Umbro, la sera di venerdì 28 maggio si è vissuto un momento liturgico molto intenso e suggestivo, in preparazione alla festa della Santissima Trinità, alla quale è dedicata la stessa chiesa, e a conclusione del restauro di tutti gli affreschi del Barbiani ritrovati nella sua aula originale. Un restauro reso possibile grazie alla sensibilità e generosità di tanti aviglianesi.

Diretta L’incontro, trasmesso anche in diretta streaming, è stato presieduto dal parroco don Piero Grassi ed ha visto la partecipazione di don Alessandro Fortunati, direttore dell’ufficio Cultura della diocesi di Orvieto -Todi ed originario di Avigliano, delle autorità civili, dei rappresentanti delle associazioni presenti nel territorio ed alcuni fedeli.

 Il saluto del Parroco. Dopo aver salutato tutti gli intervenuti, don Piero ha detto: “Vogliamo vivere questo momento in maniera diversa rispetto ai tanti vissuti in questi 14 anni di lavori, tappa dopo tappa, senza sapere cosa ci aspettava nel riportare alla luce questi affreschi del 1640. Ed è stata una sorpresa dopo l’altra…”.

A causa della pandemia ancora in corso non è infatti stato possibile fare una inaugurazione del completato restauro dell’aula liturgica, ove ora si può ammirare lo splendore di tutto ciò che rimane di questo ciclo pittorico.

“Questa sera – ha proseguito quindi don Piero – vorremmo restituire alla sacralità queste immagini, questo luogo. Vorrei che questo momento fosse vissuto cercando anche di andare al di là di tali affreschi, seppur belli e significativi, per comprendere quale sia stata l’idea che il pittore ha concretizzato con questa architettura dipinta, questi spazi, questa presenza di tanti santi; per comprendere, quindi, il messaggio teologico che hanno voluto tramandarci i nostri antenati: al centro di tutto c’è l’Eucarestia, c’è Cristo …”.

In sintesi, un incontro svolto per onorare questi santi e sante e la Trinità, di cui ora ne condividono la stessa vita; e per presentare la teologia eucaristica che ha ispirato l’intero progetto iconografico della chiesa. Sono loro, infatti, uno accanto all’altro a prendere per mano il fedele ea condurlo verso l’altare dove, originariamente, era raffigurato Gesù che dava la Comunione agli apostoli(come si vede nella foto che segue).

Le parole di don Alessandro Fortunati. A Don Alessandro è stata affidata la riflessione dopo la proclamazione del Vangelo di Giovanni (6, 26-40), in cui il Signore ricorda di essere il ‘pane della vita, disceso dal Cielo’ che ‘dà la vita al mondo’. “Gesù – ha subito sottolineato don Alessandro – dice:‘Io sono’, che è il nome di Dio. Quando Gesù dice ‘Io sono’, ci svela il mistero di Dio. E noi dobbiamo ricordare che l’uomo è tale perché cerca il mistero, perché cerca ciò che è al di là di ogni cosa, al di là della semplice apparenza”.

Gesù dice: ‘Io sono il pane’. In questo caso “usa una metafora – ha spiegato -; la parola ‘metafora’ significa ‘ciò che porta oltre’, quindi invita ad andare oltre. Gesù applica a se stesso la storia del pane … Non c’è nessun altro elemento che possa sostituire nell’Eucarestia l’uso del pane, proprio perché il pane ha ed è una storia. Per questo lo ha scelto: nel pane c’è una storia di benedizione perché è frutto della terra, di ciò che Dio dona, ma anche di una fatica, di una partecipazione dell’uomo. ‘Io sono il pane della vita’: come il ‘pane’ ci garantisce una vita materiale, Cristo garantisce la vita spirituale. Così, donandoci il pane della vita, ci dona il senso, il mistero che sta in tutte le cose, nell’uomo e in Dio”.

Lapide Nella parete in fondo alla chiesa è posta una lapide dove è scritto che tutto ciò è stato fatto con lacrime e sudore di sangue. “Tutto questo – ha commento don Alessandro – è stato fatto per circondare di onore l’eucarestia, ‘briciola’ di pane, frammento di acqua e farina impastati, invitando chi ci si avvicina a scoprire il mistero che Cristo dona, quel frammento nel quale ritroviamo tutto noi stessi, tutto Dio, tutto l’universo”. È questo allora il Pane che dobbiamo procurarci, custodire e coltivare, non quello che marcisce …

“Allora – ha concluso don Alessandro – siamo prosecutori di quell’opera dei nostri antenati, che hanno faticato per il mistero del pane, nella loro famiglia, nel lavoro, nella comunità, nella Chiesa. Ecco, loro ci hanno consegnato così questa chiesa per rivelarci il mistero dell’universo, dell’uomo e di Dio”.

L’animazione del Coro polifonico. Particolarmente suggestivo è stato il momento in cui, sotto la direzione del maestro don Mario Venturi, il Coro polifonico, che animato la liturgia, ha eseguito le litanie di tutti di santi presenti nel ciclo restaurato. Nel contempo, don Piero ne incensava le relative immagini, che venivano anche proiettate su un grande schermo.

Due giorni dopo … Nella solennità della Santissima Trinità, domenica 30 maggio, grande gioia poi perle due celebrazioni, curate nei dettagli e nel rispetto delle misure anti-Covid, nelle quali, rispettivamente,20 bambini hanno ricevuto la prima comunione e 22 ragazzi la cresima, conferita loro dal vescovo diocesano Gualtiero Sigismondi.

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