Avigliano Umbro, 15 Ottobre 2023- ebbene a distanza di più di un secolo tra momenti di acquiescenza e fasi di apparente convivenza, in questi giorni ritorna sulla scena la guerra tra due popoli che rivendicano il diritto di avere una loro terra , una dimora dove vivere.
TIPOLOGIA del conflitto si può parlare di una guerra religiosa ? Gli storici si interrogano ma la risposta è no, non si tratta di un problema religioso , seppur i due popoli confessano fedi diverse , la musulmana i palestinesi e l’ ebraismo gli israeliani ma e’ di natura territoriale di
chi ha legittimazione a vivere nella Palestina o l’ uno o l’ altro.
CAUSE e RESPONSABILITÀ non essendo semplice ricostruire un conflitto secolare è bene risalire alle cause e parlare dei protagonisti ma anche di coloro che in parte hanno delle responsabilità nel circuito della logica imperialistica che ha caratterizzato i paesi occidentali.
La Palestina, regione del vicino Oriente compresa tra il Mediterraneo, il fiume
Giordano , il Mar Morto fino ai confini con Egitto ,era anticamente abitata dagli ebrei e poi dopo la diaspora è stata conquistata dai palestinesi. Tutto è avvenuto dopo la prima e la seconda guerra mondiale quando con la dichiarazione di Balfour 1917 , il ministro inglese per volere del Regno Unito intendeva realizzare uno stato ebraico per dare la possibilità al
popolo di tornare sulla propria terra ed avere una dimora , a conclusione del conflitto la Palestina fu sottoposta al mandato inglese nel senso era di fatto una colonia inglese. Nel frattempo l’ insediamento degli ebrei in quel territorio fu devastante perché inizio’ il contrasto
con gli arabi palestinesi che non accettarono quella invasione. Così ,dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947 la Gran Bretagna incapace di gestire la situazione rinunciò al mandato e affido’ la questione all’ Onu che approvò una risoluzione che prevedeva la costituzione in Palestina di due stati , uno arabo e uno ebraico con Gerusalemme posta sotto l’ amministrazione della stessa Onu. Ma gli arabi in realtà respinsero il piano delle Naziini Unite e quando era a scadenza il mandato inglese, nel 1948 il capo del governo provvisorio ebraico Gurion proclamo’ a Tel Aviv la nascita dello stato di Islaele con la conseguenza dell’
inizio di una guerra tra i due popoli che vide la vittoria di Israele . Il problema è che lo stato ebraico si costituì’ assumendo sempre più sembianze occidentali ma non nacque lo stato arabo.
OGGI Nel 1993 Arafat leader palestinese e il premier israeliano Yitzhak Rabin
sottoscrissero un accordo con il quale Israele e organizzazione per la liberazione della Palestina fondata da Arafat si riconoscevano reciprocamente; Lo Stato ebraico, inoltre, cedette alla sua controparte il controllo di alcuni settori della Cisgiordania e della Striscia di
Gaza, con l’obiettivo di giungere alla creazione di uno Stato palestinese.
La vicenda poi è andata a degenerare perché nel territorio è cominciata ad emergere una forza paramilitare di destra Hamas che è formata da terroristi che lottano per lo stato palestinese e non vogliono trattative diplomatiche. Quindi il quadro si è complicato e il rischio
è una estensione del conflitto in tutto il Medio Oriente con implicazioni mondiali.
CHE FARE? Qui più che invocare la politica diplomatica che cerchi un compromesso
temporaneo necessario per fermare immediatamente la guerra non si può fare. Purtroppo a pagare sono come sempre gli innocenti , i bambini presi come ostaggi e massacrati da Hamas. Sono immagini strazianti ed incomprensibili. Chi ha il potere di fermarsi lo faccia in
nome dell’ intelligenza che in teoria dovrebbe rappresentarci.