Unitre, inaugurato l’anno accademico: l’incontro con Mino Lorusso
AVIGLIANO UMBRO – 8 novembre 2018 – Inaugurazione in ‘grande stile’ per l’anno accademico dell’Unitre di Avigliano Umbro.
Giuseppe Maccaglia Nella prima parte dell’inaugurazione è intervenuto il presidente della sede di Avigliano Umbro il professor Giuseppe Maccaglia , facendo un vreve riepilogo del primo incontro che si è tenuto martedì 30 ottobre; in quell’occasione si è parlato della Biblioteca di Alessandria d’Egitto famosa per contenere volumi e pergamene del mondo antico. “A quel tempo non si poteva parlare di libri, ma di pergamene” precisa Maccaglia “oggi invece siamo qui per parlare di un libro che mette in evidenza tanti aspetti dell’Umbria che rimangono piuttosto sconosciuti, anche riguardanti il territorio di Avigliano. “Bisogna prendere coscienza di quello che abbiamo nel nostro territorio, prosegue il professore, e di tutto ciò che invece non esaltiamo e non facciamo conoscere”.
Mino Lorusso Ed è con questa considerazione che si comincia l’incontro leggendo alcuni spezzoni tratti dai capitoli de “Il saio e la lince” di Mino Lorusso, presente anche lui a questo incontro inaugurativo dell’Unitre. Il giornalista Rai spiega che “il saio e la lince sono i simboli di due importanti aspetti legati all’Umbria, rispettivamente la figura di San Francesco d’Assisi, e quella di Federico Cesi duca Acquasparta e fondatore dell’Accademia dei Lincei.
“Mi sento un po’ legato ad Avigliano” Mino Lorusso , nonostante sia di origini pugliesi e di formazione torinese, ci racconta di sentirsi un po’ umbro e molto legato al territorio di Avigliano, dove ha vissuto per diversi anni con la sua famiglia. “La mia prima volta in Umbria risale agli anni ’90, quando c’era Emilio Egizi come Sindaco di Avigliano, il quale mi fece conoscere Mauro Vincenti di Santa Restituta, autore di due volumi che raccontano la vita di questo piccolo paesino”. “E’ importante- prosegue il giornalista- scoprire e venire a contatto con la vita quotidiana del passatom perché ci aiuta a capire cosa siamo oggi; bisogna lasciare tracce profonde nella comunità da conservare e trasmettere ad altri, alle future generazioni”.
Il libro “Il saio e la lince”-precisa Lorusso,- è nato anche grazie alla collaborazione e ai suggerimenti di Dario Antiseri, filosofo e docente italiano e presenta una doppia matrice: quella religiosa dell’Umbria incarnata nella figura di San Francesco e quella laica , in cui si mette in evidenza l’importanza della scienza tanto da dedicare un capitolo a Galileo Galilei che fece proprio in Umbria una delle sue più importanti scoperte.
Gino Bartali Molto interessante è stata anche la lettura del capitolo dedicato a Gino Bartali, ciclista italiano morto nel 2000. Egli ha rappresentato una figura importantissima negli anni della seconda guerra mondiale tanto da essere stato definito “un eroe silenzioso”. Durante gli allenamenti, infatti, Gino nascondeva nella propria bicicletta documenti e carte d’identità false stampate in gran segreto presso una tipografia di Assisi , che portava da Nuvole – frazione di Città di Castello – fino in Toscana allo scopo di salvare gli Ebrei dai campi di sterminio.
Spunti di riflessione A conclusione del suo intervento di oggi, Mino Lorusso ha lasciato degli spunti di riflessione da trasmettere soprattutto ai giovani: “Bisogna recuperare il passato e dimenticarci di questa amnesia collettiva che ci rende tutti uguali e più vuoti. Inoltre, occorre dare un freno al campanilismo ma cominciare a ragionare in termini di comunità allargata e non frazionata.”
I ringraziamenti Inevitabili sono stati , alla fine, i ringraziamenti da parte di tutti i presenti a Mino Lorusso per la sua partecipazione, il suo intervento e per avere omaggiato l’Umbria di questo libro, con dettagli accurati che di certo forse solo un “forestiero” avrebbe saputo cogliere. La serata si è conclusa per il gruppo Unitre con un bel momento conviviale tutti insieme in un ristorante della zona. Appuntamento al prossimo incontro del 13 novembre con il professor Mimmo Scipioni.