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Unitre, incontro dedicato alla storia della pittrice Artemisia Gentileschi

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AVIGLIANO UMBRO – 18 aprile 2018 – La pittura italiana del ‘600 – ARTEMISIA GENTILESCHI (nella foto sotto) La lezione di ieri (17 aprile 2018) dell’Unitre di Avigliano, tenuta dalla dottoressa Giulia Bianconi, ha avuto come oggetto la pittura italiana e quindi la storia di Artemisia Gentileschi, la prima donna pittrice in Italia. Consigliando, in primis, la lettura di un libro dedicato a questa donna ,e disponibile anche nella Biblioteca di Avigliano, la studiosa dell’arte ha proseguito raccontando alcuni dei momenti più significativi nella vita di Artemisia

La vita di Artemisa Senza dubbio sono tre i momenti che hanno influenzato maggiormente la vita della pittrice: l’apprendistato presso la bottega del padre (Orazio Gentileschi , famoso pittore del tempo),  l’influenza di Caravaggio nelle sue opere, e lo stupro che subì per mano di Agostino Tassi, anche lui pittore, da lei stessa denunciato e al quale fece seguito un processo che però la costrinse a recarsi a Roma in quanto venne da molti svergognata in seguito a questa vicenda; cosa che non accadde ad Agostino, che invece ne uscì a testa alta. Questo evento influenzò molto la vita di Artemisia, tant’è che nella sua prima opera  “Giuditta che decapita Oloferne”, lei si identifica in Giuditta e , di conseguenza,  vede in Oloferne il suo stupratore Agostino.

Di seguito , l’opera:

La cura dei particolari Di questo capolavoro d’arte  vi è una seconda versione del 1620, periodo in cui Artemisia viveva a Firenze.  In quest’ultima  vi è una maggiore attenzione per i dettagli, dal colore delle vesti, all’espressione di Giuditta che secondo la critica appare più distaccata rispetto alla precedente.

In entrambe, si nota l’influenza di Caravaggio nella scelta del fondo scuro.

Vita privata Artemisia Gentileschi  nacque nel 1953 e fu la prima pittrice donna ad essere ammessa all’Accademia delle arti e del disegno; era una femminista convinta e fu sposata con uomo, avendo anche una figlia. Come tutti gli artisti di allora, anche lei era piuttosto emancipata ed era solita frequentare circoli e corti. Ebbe delle esperienze anche all’estero,vivendo in Inghilterra per circa un mese. Nella sua permanenza a Napoli, Artemisia mantenne molto l’influenza di Caravaggio e dipinse l’opera “Clio” del 1632 e “Davide e Betsabea” del 1640.

Per concludere Al termine dell’incontro,  la dottoressa Bianconi ha aggiunto, sempre riferendosi ad Artemisia Gentileschi “che dopo di lei, mai più nessuna donna venne avviata allo stesso modo all’arte della pittura, sebbene un’eccezione potrebbe essere vista in Frida Khalo, pittrice messicana del ‘900”. La storia della pittrice italiana può essere riadattata anche ai giorni nostri, in questo mondo fatto di bullismo e violenza sulle donne, in quanto lei è il simbolo del riscatto personale: dopo lo stupro subito ed ha avuto la forza e il coraggio di denunciare, atteggiamento estremamente insolito per quei tempi.

Appuntamento per il prossimo incontro, sempre nella biblioteca di Avigliano Umbro, per martedì 24 aprile 2018: l’argomento sarà la storia dell’ex presidente del Sudafrica, Nelson Mandela

(si ringrazia per la collaborazione Eleonora Piacenti)

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